Come uno ”tsunami” la Sovrintendenza ha preso carta e penna e ha scritto ai sindaci dei Comuni costieri. Dovranno essere loro a verificare che le strutture balneari stagionali siano state smontate. E che quelle presenti sia in regola con tutte le autorizzazioni necessarie. Una questione vecchia di anni che messo l’uno contro l’altro armati gli imprenditori e la Sovrintendenza che se la sono suonate di santa ragione anche a suon di carte bollate e all’interno delle aule di tribunale che spesso hanno dato ragione ai titolari degli stabilimenti balneari.
Ieri dunque la svolta: la missiva è firmata dalla Sovrintende Maria Piccarreta che ha invitato i comuni costieri ad avviare un’attività ricognitiva relativa alla legittimità delle strutture smontabili ricadenti nel territorio costiero di propria competenza. Insomma, sindaci – sentinella che non solo dovranno monitorare la situazione, ma che poi dovranno comunicare l’attività ricognitiva riportata su cartografia con tanto di documentazione fotografica.
Cosa chiedi alla Sovrintendenza ai comuni ? Che verificano l’avvenuto smontaggio delle strutture che hanno permesso stagionale e la specificazione degli estremi del titolo autorizzativo sotto il profilo paesaggistico di eventuali strutture rinvenute in loco.
L’attività ricognitiva, si legge nella lettera della Sovrintendenza Piaccareta, dovrà essere preferibilmente riportata su cartografia territoriale corredata da documentazione fotografica dell’aria di ubicazione delle strutture in esame, denominazione delle stesse e i dati identificativi della società o del legale rappresentante insomma il lavoro di verifica spetta agli Enti comunali che dovranno, secondo il sentire comune degli imprenditori fare la parte Del poliziotto cattivo denunciando chi non è in regola. Il paradosso la Regione Puglia con ordinanza dirigenziale autorizza titolari e gestori degli stabilimenti a restare aperti 365 giorni l’anno. Ce l’aspettavamo, commenta Giuseppe Mancarella presidente provinciale del Cna Balneatori. Ormai siamo davanti ha un accanimento da parte della sopra intendenza una posizione quella dell’ufficio del Ministero dei Beni Culturali che costringe ogni volta titolari e gestori ad impugnare i provvedimenti di smontaggio per poi vedersi riconosciuto un diritto.