Gli imprenditori balneari hanno sempre affermato la loro naturale propensione a custodire i valori paesistici, senza sentirsi semplici “Imprenditori stagionali”.
Tutte le nostre Imprese Balneari, per essere presenti sul demanio, hanno superato una valutazione paesaggistica positiva che i massimi Giudici Amministrativi ritengono molto importante.
L’Impresa Balneare necessita per la richiesta sempre più qualificata proveniente dagli stessi ospiti, di poter contare su tutti i restanti mesi dell’anno per valorizzare sempre più la variegata domanda di servizi. Ecco perché riteniamo dannoso il continuo braccio di ferro con le Soprintendenze.
Non ci riteniamo affatto semplici occupanti delle spiagge in via esclusiva e per fini di lucro, in contrasto con la tutela degli interessi pubblici. Un’impresa balneare lavoro ogni giorno dell’anno per prepararsi alla accoglienza, la nostra vera identità italiana.
Manteniamo le strutture in maniera decorosa, e non per ultimo assicuriamo posti di lavoro almeno per 8 mesi all’anno.
L’ambiente, il paesaggio è tutelato anche da noi Imprenditori Balneari: diversamente, dovremmo chiudere subito le nostre attività!
La recentissima sentenza del Consiglio di Stato ha ribadito ancora una volta quanto già stabilito da molto tempo e in numerosissime altre sentenze: la prescrizione che impone lo smontaggio invernale delle strutture non può essere imposta acriticamente, ma richiede una precisa e puntuale motivazione, che tenga adeguato conto dello stato dei luoghi.
Ecco perché speriamo che tutte queste sentenze a favore dell’intraprendenza imprenditoriale salentina, unica nel suo genere, aiutino a riconoscere il nostro ruolo come Ambasciatori d’Accoglienza .
Federbalneari Salento da tempo ha voluto investire in altissime professionalità a fianco e a tutela dei propri iscritti: tra i professionisti incaricati, il Prof. Avv. Pier Luigi Portaluri, l’Avv. Giorgio Portaluri, l’Avv. Anna Maria Ciardo, l’Avv. Leonardo Maruotti, l’Avv. Francesco Romano, l’ing. Tommaso Farenga, l’arch. Giuseppe Bortone, il dott. Geologo Giovanni Melchiorre. Qui di seguito l’Avv. Anna Maria Ciardo, Consulente Staff Legale di Federbalneari
Le strutture balneari aperte anche durante la stagione invernale:
lo affermano i Giudici del Consiglio di Stato. Le strutture balneari non dovranno essere smontate dopo la stagione estiva. Questo è quanto hanno deciso i giudici della Sesta Sezione del Consiglio di Stato con sentenze pubblicate il 30 gennaio 2018 che, coerentemente a quanto dispone la normativa regionale e quella paesaggistica (PPTR), hanno respinto gli appelli proposti dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e dagli Uffici delle Sovrintendenze territoriali. I giudici del Consiglio di Stato, con tre sentenze conformi pubblicate nei giorni scorsi, che risultano favorevoli per gli appellati, imprenditori turistici titolari di strutture ricadenti nel litorale Leccese di Torre San Giovanni e Brindisi, tutti assistiti e difesi dall’Avv. Anna Maria Ciardo, hanno ritenuto illegittimo il diniego opposto dagli uffici della Sovrintendenza al mantenimento per l’intero anno solare dei chioschi presenti sul litorale in quanto una valutazione difforme, per il solo periodo stagionale, risulta espressione di “valutazioni apodittiche e stereotipate” non specificando “i motivi del contrasto tra le opere da realizzarsi e le ragioni di tutela dell’area interessata dall’apposizione del vincolo”. E’ stata così accolta e condivisa la tesi della difesa dei titolari dei chioschi in quanto i giudici amministrativi, modificando un orientamento contrario al mantenimento dei chioschi per l’intero anno solare, hanno invece ritenuto come l’Amministrazione non possa limitare la sua valutazione al mero riferimento ad un pregiudizio ambientale, utilizzando espressioni vaghe e formule stereotipate. Analoga adeguatezza della motivazione, a maggior ragione, va verificata laddove lo stesso manufatto sia stato reputato pienamente compatibile con il vincolo, seppur per il solo periodo stagionale. I giudici del Consiglio di Stato, a tal proposito, hanno ritenuto che, ove l’ufficio preposto alla tutela del vincolo ravvisi “un’eccezionale diversa valutazione per diversi periodi stagionali occorre che l’amministrazione, proprio a fronte di tale peculiarità, evidenzi e chiarisca i profili di incompatibilità con il vincolo, opposti a quelli che hanno consentito la realizzazione ed il mantenimento per la stagione balneare”. Pertanto vi è ampia soddisfazione nel vedere che le ragioni degli Imprenditori Balneari siano state riconosciute in un periodo in cui il mantenimento delle strutture appare un tema ancora particolarmente conflittuale nella dialettica tra imprenditore ed amministrazione, che non intende spesso riconoscere le esigenze dell’imprenditoria finalizzate allo sviluppo di un territorio a vocazione turistica.
Anche tale profilo è stato approfondito dai giudici del Consiglio di Stato laddove si ritiene che l’impatto dell’opera sul paesaggio sia da considerare come valore in sé, a prescindere dalla durata e dalla collocazione stagionale della permanenza dell’opera sul territorio, accogliendo la tesi difensiva degli Imprenditori Balneari patrocinati dall’Avv. Anna Maria Ciardo che hanno contestato come, anche in termini di paventato danno paesaggistico, il concetto di limitazione dello stesso appaia contraddittorio rispetto all’esigenza di tutela primaria di un bene soggetto a vincolo. In sostanza, hanno concluso i Giudici del Consiglio di Stato “o l’opera è compatibile con il vincolo esistente in loco oppure non lo è, risultando manifestamente illogica una valutazione che ponga la verifica a fini di tutela in termini di mera limitazione di un danno al bene tutelato”
Mauro Della Valle
Pres. FederBalneari Salento