Il virologo vuole evitare ciò che accadde l’anno scorso per non vanificare gli sforzi fatti sino ad ora
La prossima estate dovremo essere più cauti rispetto allo scorso anno”. Gli italiani sono avvisati. A mettere in guardia il Paese è il virologo Andrea Crisanti, preoccupato che l’arrivo della bella stagione possa portare gli italiani a dimenticarsi del Covid e delle grandi sofferenze che si è portato con sè. Fisiche ed economiche. Crisanti teme un rilassamento colletivo proprio come avvenuto nel 2020 quando un’estate di “liberi tutti” ci costrinse a un secondo lockdown proprio quando si pensava invece che il peggio fosse alle spalle.
“La suddivisione in zone ci lascerà in questa situazione intermedia, con questo numero di casi abbastanza elevati accompagnati da una mortalità non indifferente”, ha spiegato Crisanti, ospite di Un Giorno da Pecora, su Rai Radio1. «Ci dovremo abituare a vedere circa 300 morti al giorno – ha continuato – numeri un pò più bassi che vedremo tra un paio di settimane. Andremo avanti con le zone fino a che non ci sarà l’impatto del vaccino, quindi verso
settembre-ottobre». In mezzo l’arrivo dell’estate, la voglia di mare che questa volta però è seriamente a rischio “perché con le zone rosse o arancioni il problema nemmeno si pone”, ricorda Crisanti che già fa capire che si profila un’estate di sacrifici e polemiche per gli operatori del settore balneare. Esattamente come sta accadendo di questi tempi ai gestori di impianti sciistici e hotel in montagna dove peraltro – beffa delle beffe – quest’anno la neve è arrivata abbandonante come non si vedeva da tempo”.
Articolo a cura di Andrea Morleo