In alcuni punti delle spiagge di Rimini, Ferrara e Cesena il 30 luglio è stato diramato un divieto di balneazione temporaneo. La causa sono i batteri Escherichia coli e gli enterococchi intestinali. Ecco cosa si deve sapere.
A rovinare i bagni in mare durante la stagione estiva può non essere solo il maltempo. Proprio in questi giorni – lo scorso 29 luglio 2019 –, infatti, in qualche punto del litorale di Rimini, Riccione, Cattolica, nonché della zona di Ferrara e Cesena, sono stati rilevati livelli sopra la soglia del batterioEscherichia coli e di alcuni enterococchi e i comuni coinvolti hanno diramato un divieto temporaneo di balneazione in queste aree costiere.
A rivelarlo è l’Arpae (l’Agenzia regionale per la prevenzione, l’ambiente e l’energia dell’Emilia-Romagna), che come ogni anno si occupa del monitoraggio delle acque per la balneazione e che il 29 luglio ha pubblicato una mappa dei siti con (e senza) divieto temporaneo di balneazione.
Il monitoraggio
Come ogni anno, nell’Adriatico (ma non solo, in tutti i mari che bagnano la penisola) le acque dedicate alla balneazione vengono monitorate sotto il controllo del ministero della Salute attraverso il prelievo e l’analisi, a intervalli di tempo regolari durante la stagione, di un numero sufficiente di campioni in vari punti dislocati lungo la costa. “In particolare, due sono i parametri microbiologici, Escherichia coli ed enterococchi intestinali, sulla base dei quali si stabilisce l’idoneità alla balneazione dell’acqua”, spiega a a Wired Carla Rita Ferrari, responsabile per Arpae della Struttura oceanografica Daphne, “se le concentrazioni di questi indicatori superano le soglie indicate dalla normativa viene ordinato un divieto temporaneo di balneazione”. Divieto che viene revocato non appena i livelli rientrino nei limiti (e anche nel caso odierno potrebbe avvenire a breve).
La qualità dell’acqua del mare in Italia
In Europa, l’Italia ha un record: è il paese con il maggior numero di acque in cui poter fare il bagno, circa un quarto del totale di quelle europee. Dal report Italian bathing water quality in 2018 emerge che il 90% delle acque di balneazione sono di qualità eccellente e il 5% di qualità buona, con un miglioramento rispetto ai dati del 2015. C’è ancora qualche punto dove la qualità dell’acqua – sempre valutata in base alle concentrazioni di Escherichia coli e enterococchi – è classificata come “scarsa”: nel 2018 sono 89 i punti di balneazione in cui l’inquinamento (i batteri erano sopra le soglie). Nel 2018 la Calabria ha avuto 22 punti vietati, seguita da Abruzzo (10) Marche (9) e Lombardia (7, considerando i laghi). Qui c’è la mappa interattiva del 2019 fornita dal ministero della Salute per vedere in tempo reale la qualità dell’acqua della propria spiaggia.
Escherichia coli e enterococchi, sono pericolosi?
Gli indicatori per valutare le qualità delle acque di tutti i mari sono sempre escherichia coli e enterococchi intestinali: ma come mai L’escherichia coli individua un insieme di batteri naturalmente presenti nell’intestinodelle persone sane. Tuttavia, alcuni ceppi possono causare infezioni a carico del tratto digerente, delle vie urinarie o di molte altre parti del corpo. In particolare, solitamente questi batteri non causano direttamente dei disturbi, come spiega l’Arpae, tuttavia per quanto riguarda le analisi in mare questi microorganismi (insieme agli enterococchi intestinali) sono utilizzati come indicatori della contaminazione fecale e della presenza di altri agenti patogeni (come virus, protozoi e altri batteri) che spesso sono loro associati.
Le possibili cause
In generale, questi indicatori segnalano la presenza di inquinamento, che può avere origine da contaminazione fecale (feci di uccelli) o da acque di scarico. Per questo, i due parametri batteriologici diventano come sentinelle della qualità dell’acqua e della possibilità di fare il bagno con la massima sicurezza per la salute. Ad esempio, nel caso odierno (che in assoluto non è l’unico), la spiegazione potrebbe essere ricondotta alle piogge di pochi giorni prima. “A causa delle piogge”, ha spiegato su Il MessaggeroMauro Vanni, presidente della cooperativa dei bagnini Rimini-Sud, “gli scarichi a mare sono stati aperti e quindi per legge c’è stato il divieto di balneazione per le 16 ore successive”.
fonte: wired.it